lunedì 12 dicembre 2016

Ne Vedremo delle Belle, Si Apre la Stagione dei Premi


Con i premi della Broadcast Film Critics Association (comunemente detti Critics' Choice Awards) anticipati a dicembre, e le nomination ai Golden Globe Awards svelate questa mattina, la stagione dei premi entra ufficialmente nel vivo - per la gioia del sottoscritto - e si preannuncia un anno di grandi pellicole e performances.


Se i più quotati finora paiono essere "La La Land" di Damien Chazelle (Miglior Film e Miglior Regia, tra gli altri, proprio ai Critics' Choice Awards della notte scorsa) e "Moonlight" di Barry Jenkins, nella folta mischia dei film che si contenderanno l'incoronazione finale agli Academy Awards il 26 febbraio prossimo, possiamo notare opere di grande spessore e di generi trasversali (musical, war movie, western, fantascienza, noir e thriller), molte delle quali provenienti (e in alcuni casi vincitrici) dai vari festival, che siano essi Cannes, Toronto, Roma, Sundance, i quali tracciano ancora linee guida ben definite sull'andamento cinematografico mondiale.
Vecchia guardia e ritorni di gloria come "Hacksaw Ridge" del redivivo (ex) reietto di Hollywood Mel Gibson, della prova registica di Denzel Washington con "Fences", dell'atteso nuovo Scorsese con "Silence" e dell'ottuagenario Clint Eastwood con l'acclamato "Sully", vanno ad incrociarsi ai talenti della new Hollywood, in primis quel Damien Chazelle che già con "Whiplash" aveva centrato i cuori di critica e pubblico nel 2014; Denis Villeneuve con la fantascienza filosofica di "Arrival"; i semi-sconosciuti Kenneth Lonergan (era lo sceneggiatore di "Gangs of New York", per dirne uno), Barry Jenkins, alla seconda opera da regista e sceneggiatore, e l'indipendente David Mackenzie di "Hell or High Water". Per non dimenticare Jeff Nichols con il dramma sullo scontro razziale "Loving", Tom Ford e il suo ottimo "Animali Notturni" e l'australiano Garth Davis che esordisce sul grande schermo con "Lion"
Sulla carta, tutti loro firmano film coraggiosi, esteticamente appaganti, non allineati con gli stereotipi dell'establishment hollywoodiano e che fanno ben sperare in una stagione di grandi emozioni e, perché no, di riflessioni.
Che si srotolino i Red Carpets, via ai flash e ai discorsi di ringraziamento estenuanti, ai finti sorrisi degli sconfitti e al glamour più ostentato: It's Awards Season!

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