Premessa fondamentale: chi ha letto il romanzo di Dan Brown prima di vedere il film, partiva sicuramente sull'attenti; chi come me lo ha pure amato, arrivava al cinema a dir poco prevenuto, visti anche i tristi trascorsi - come dimenticare la tremenda trasposizione de "Il Codice da Vinci"?
Squadra che vince (al box office) non si cambia, e quindi ecco nuovamente Ron Howard dietro la macchina da presa e Tom Hanks nei panni del Professor Robert Langdon, esperto di simbologia, stavolta alle prese con nientepopodimeno che Dante e la sua celeberrima opera, sperduto e tramortito in quel di Firenze.
Inutile sottolineare le differenze rispetto all'opera cartacea, perché sono ovviamente molte, soprattutto nel finale, ma concorrono solo in parte alla non completa riuscita di questa pellicola. Che in verità inizia molto bene, con una buona dose di azione e spaesamento del protagonista e, quindi, del pubblico. Vincenti la fotografia e il montaggio serrato, che rendono la cornice di Firenze meno "da cartolina" del previsto, nonostante ogni luogo visitato dai protagonisti sia dettagliatamente trascritto - attendiamoci un'impennata turistica senza precedenti.