mercoledì 26 ottobre 2016

Inferno - Il Film

Premessa fondamentale: chi ha letto il romanzo di Dan Brown prima di vedere il film, partiva sicuramente sull'attenti; chi come me lo ha pure amato, arrivava al cinema a dir poco prevenuto, visti anche i tristi trascorsi - come dimenticare la tremenda trasposizione de "Il Codice da Vinci"?


Squadra che vince (al box office) non si cambia, e quindi ecco nuovamente Ron Howard dietro la macchina da presa e Tom Hanks nei panni del Professor Robert Langdon, esperto di simbologia, stavolta alle prese con nientepopodimeno che Dante e la sua celeberrima opera, sperduto e tramortito in quel di Firenze.
Inutile sottolineare le differenze rispetto all'opera cartacea, perché sono ovviamente molte, soprattutto nel finale, ma concorrono solo in parte alla non completa riuscita di questa pellicola. Che in verità inizia molto bene, con una buona dose di azione e spaesamento del protagonista e, quindi, del pubblico. Vincenti la fotografia e il montaggio serrato, che rendono la cornice di Firenze meno "da cartolina" del previsto, nonostante ogni luogo visitato dai protagonisti sia dettagliatamente trascritto - attendiamoci un'impennata turistica senza precedenti.

martedì 25 ottobre 2016

"Joanne" is the New Gaga

Attesissimo, a lungo annunciato, rinviato, lontano da indiscrezioni e quasi top secret rispetto ai proclami dell'era "ARTPOP" (che in ultima analisi furono controproducenti): era naturale che molta curiosità ci fosse intorno al nuovo album di Lady Gaga che, escludendo il progetto jazz "Cheek to Cheek" insieme a Tony Bennett del 2014, arriva a tre anni di distanza dal suo ultimo disco di inediti.


Già a partire dal singolo di lancio "Perfect Illusion", eravamo sicuri di trovarci di fronte ad una Gaga meno dance/pop e più attenta a chitarre e sonorità rock. L'ulteriore conferma del cambio di rotta ce l'ha data l'ascolto (ormai assiduo) dell'album "Joanne" uscito il 21 ottobre scorso, sul cui titolo la cantante ha già fornito ampie spiegazioni (oltre ad essere il suo secondo nome).
Qualcuno potrà storcere il naso, indignarsi persino per lo sconfinamento in un genere più "country", oppure rimpiangere la Gaga delle hit patinate, ma i veri fan potranno solamente gioire della 'nuova' veste di Miss Germanotta, perché in effetti così inedita proprio non lo è: ricordiamo che prima di "The Fame" e del successo planetario, Gaga era semplicemente Stefani, adolescente italo-americana leggermente sovrappeso che si esibiva nei locali fumosi e underground della Grande Mela con una tastiera e la pila di canzoni scritte di suo pugno cercando disperatamente l'agognata celebrità.
Quindi non ci ha scioccati molto vederla esibirsi nello stesso locale di 15 anni fa, chitarra in mano e cappello da cowboy d'ordinanza, accompagnata da una rock band che potrebbe far invidia a Bruce Springsteen. Alla fine, tolti gli stivali armadillo, gli eccessi e le parrucche, è la stessa Gaga di sempre, solo che stavolta ha scavato molto più a fondo, fino a ritrovare la sua essenza e, grazie al fidato Mark Ronson, produttore di spicco e co-autore di quasi tutti i testi, ha sfornato uno degli album più belli della sua carriera, senza se e senza ma.