Il 22 giugno 1949 nasceva Mary Louise Streep, quintessenza dell'arte recitativa, attrice e donna di rara abilità ed eleganza sia nello scegliere i ruoli da interpretare sul grande schermo che nel condurre una vita privata lontana da riflettori ed eccessi del jet set.
Incensata immediatamente dall'establishment hollywoodiano, vinse i primi due Oscar della sua carriera (rispettivamente nel 1980 per "Kramer contro Kramer" e nel 1983 per "La scelta di Sophie") nel giro di un lustro dal suo debutto, avvenuto nel 1977 nel film "Giulia", ma paradossalmente faticò non poco per convincere i critici più ostinati che la bollavano come "eccessivamente tecnica", "glaciale" e maniacale nel ricreare accenti e dialetti al fine di aderire maggiormente al personaggio (tra i più celebri, il polacco dell'ebrea Sophie oppure quello australiano per "Un grido nella notte").
Famosa per le sue doti camaleontiche, che l'hanno portata a interpretare praticamente qualsiasi personaggio dello scibile umano (persino un vecchio e barbuto rabbino nella miniserie televisiva "Angels in America"), diventa un tutt'uno col ruolo al punto da imparare il rafting per il film "River Wild" oppure a suonare il violino per "Music of the Heart". Per non parlare delle sue eccellenti doti canore mostrate in "Mamma Mia!", "Into the Woods" e "Radio America".
E' probabilmente l'unica attrice over 60, nella maschilista e gerontofoba Hollywood, a ottenere ancora ruoli di richiamo, attenzione da parte della stampa e riconoscimenti dagli addetti ai lavori, vista anche la quasi certa nomination n° 20 ai prossimi Oscar (record assoluto) per il film "Florence Foster Jenkins", in autunno nelle sale italiane.
Impossibile riassumere in una classifica le sue interpretazioni migliori, quindi sceglierò le 5 che più mi sono rimaste nel cuore e ancora oggi non smetto di amare e ammirare.