giovedì 20 aprile 2017

30 Anni di Simpson. I 5 Episodi Migliori


La prima apparizione della famiglia gialla più famosa d'America fu sottoforma di cortometraggio durante il "Tracey Ullman Show", esattamente il 19 Aprile del 1987 sul canale FOX.
Sarebbero passati un paio di anni prima che la creatura di Matt Groening, attualmente la serie tv più longeva di sempre con la 28esima stagione in onda, ottenesse lo spazio che meritava nel palinsesto statunitense rivoluzionando il piccolo schermo.
Nonostante nell'ultimo decennio abbia perso molto dello smalto e dello stile caustico che da sempre l'ha contraddistinta, "I Simpson" ha senza dubbio il merito di aver reso pop e mainstream quella feroce satira al modello familiare e sociologico (non solo) americano che precedentemente era appannaggio esclusivo degli "stand-up comedians". 
Homer, Marge, Bart, Lisa, Maggie: l'americano medio con i parossismi e le distorsioni dell'edonismo anni '80 hanno influito sulla cultura dei mass media del XXI secolo più di quanto ci potremmo aspettare, grazie a più di 600 episodi tra cui, di seguito, ho scelto i 5 in assoluto migliori e più rappresentativi del loro marchio di fabbrica.

1) "Due macchine in ogni garage, tre occhi in ogni pesce" (II Stagione, 1990)
Tra i grandi meriti dei Simpson c'è quello di aver messo alla gogna praticamente qualsiasi istituzione americana: non fa eccezione la politica, in particolare il sistema delle spregiudicate campagne elettorali, come quella messa in atto in questo brillante episodio dal signor Burns, deciso a diventare a tutti i costi il nuovo governatore dello Stato dove si trova Springfield (ma è davvero il Vermont?). Tra atmosfere alla "Quarto Potere", ad un passo dalla vittoria, il vegliardo proprietario della centrale nucleare dovrà subire la cocente sconfitta a causa di un... pesce triocchiuto.


2) "Il Promontorio della Paura" (V Stagione, 1993)
Tra le innumerevoli citazioni e i costanti omaggi al Cinema presenti nella serie, quello ispirato al film di Scorsese "Cape Fear" con Robert De Niro mattatore è sicuramente uno dei più riusciti.
Tormentati dal solito Telespalla Bob che tenta disperatamente di uccidere Bart (uno dei tanti leit motiv dello show), i Simpson si affidano al programma protezione testimoni, cambiano la loro identità in Thompson (una delle scene in assoluto più esilaranti è appunto il tentativo degli agenti FBI di far capire a Homer il suo nuovo cognome) e si trasferiscono in un'amena località lacustre (Terror Lake). Tutto ciò naturalmente invano, perché il perfido e macchiettistico criminale riuscirà a trovarli.

  
3) "Chi ha sparato al Signor Burns?" (VI e VII Stagione, 1995)
Episodio diviso in due parti (il finale della sesta e il primo della settima stagione, nel classico stile "cliffhanger" televisivo), esplicitamente ispirato al celebre tormentone anni '80 "Chi ha sparato a J.R.?" della soap opera "Dallas", è probabilmente quello in cui Matt Groening e gli autori hanno dato il meglio in quanto racchiude tutti i temi cari da sempre allo show (critica allo strapotere economico, allo sfruttamento intensivo delle risorse ambientali, impossibilità dell'uomo comune di emergere e farsi valere, la corruzione dilagante tra forze istituzionali e polizia) conditi con l'imprescindibile ironia graffiante e la comicità nonsense. D'altra parte [SPOILER ALERT!] colei che spara al signor Burns altri non è che... Maggie Simpson!
Indimenticabile lo spassosissimo omaggio a "Twin Peaks" inserito nel sogno del Commissario Winchester. 

4) "Homer contro il 18° Emendamento" (VIII Stagione, 1997)
Per il sottoscritto è semplicemente l'episodio con lo script migliore della storia dei Simpson.
Innestato sul controverso tema dell'alcolismo imperante negli USA, la storia della reintroduzione del proibizionismo a Springfield e del traffico illecito di alcool di Homer (che arriva a preparare liquore nella sua cantina, con risultati a dir poco esilaranti) è un gioiellino di gag, satira e riflessione sui pericoli degli estremismi di qualunque genere.
Celebre il personaggio di Rex Banner, nuovo integerrimo capo della polizia, modellato su quello altrettanto leggendario interpretato da Kevin Costner ne "Gli Intoccabili".


 5) "Lei di poca fede" (XIII Stagione, 2001)
Il tema religioso era già stato affrontato in maniera esemplare con l'episodio "Homer l'eretico" (IV Stagione, 1992). Qui la questione della fede si allarga al componente più brillante e saccente della famiglia Simpson, Lisa
Disgustata dalla pericolosa piega presa dalla parrocchia del Reverendo Lovejoy, venduta al signor Burns causa bancarotta e trasformata in una sorta di centro commerciale (o "Meretrice di Babilonia" dalle stesse parole della piccola Simpson), Lisa cerca conforto in altri movimenti religiosi finendo per convertirsi al buddismo coadiuvata da Richard Gere (una delle migliaia di apparizioni di personaggi famosi all'interno della serie), che le dà un prezioso insegnamento: la libertà di festeggiare il Natale insieme alla sua famiglia, segno che l'appartenenza ad una religione diversa non necessariamente si traduce in divisioni e conflitto. 
Oggi più che mai una sferzante verità.  

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