lunedì 27 febbraio 2017

Oscar 2017: I Momenti Migliori

Quella che sarà per sempre ricordata come la gaffe più imbarazzante della storia degli Academy Awards (per cui è già stata aperta un'inchiesta), vale a dire Warren Beatty che suo malgrado annuncia erroneamente il premio come Miglior Film a "La La Land" anziché a "Moonlight", ha monopolizzato ovviamente l'attenzione del mondo intero su una cerimonia che, durante la diretta di quasi 4 ore, ha comunque regalato momenti emozionanti e di grande spettacolo.


La conduzione di Jimmy Kimmel è stata fluida e divertente, con un grande monologo di apertura caratterizzato dalle - prevedibili - battute su Trump (nemmeno troppe alla fine), su Matt Damon e sul destino dei conduttori degli Oscar. Una freschezza che non trovavamo forse dai tempi di Ellen DeGeneres, soprattutto nel momento della cascata di dolciumi (nel 2014 la conduttrice fece consegnare la pizza direttamente in teatro, per la gioia degli astanti) e quando un gruppetto di turisti si ritrova "incredulo" dentro al Dolby Theatre dove partono selfie e abbracci con Denzel Washington e Meryl Streep.
Per il sottoscritto, poco prima della "caduta della mascella" per la statuetta sbagliata, i seguenti sono stati i momenti migliori di un'edizione tutto sommato ecumenica nei premi (6 Oscar a "La La Land", tra cui Miglior Regia al 32enne Chazelle che diventa il più giovane regista mai premiato; 3 a "Moonlight", incluso, appunto, Miglior Film; 2 ciascuno a "Manchester by the Sea" e "Hacksaw Ridge"), schierata politicamente ma non quanto ci saremmo aspettati (a eccezione del messaggio del regista iraniano Farhadi e della stoccata al muro col Messico di Gael Garcia Bernal) e in generale più sottotono del solito.
1) Eccezionalmente l'apertura della cerimonia è affidata a Justin Timberlake e alla sua "Can't stop the feeling" (candidata per la Miglior canzone originale). Il cantante entra col suo corpo di ballo al Dolby Theatre e fa scatenare l'intera platea, segno che ai piani alti si sono accorti che erano maturi i tempi per svecchiare un po' le celebrazioni e modificare la rigida scaletta.



2) La standing ovation riservata alla "sopravvalutata" Meryl Streep (prima frecciata al Presidente Trump da parte di Kimmel), che raggiunge la ventesima nomination della carriera, è doverosa, spontanea ed emozionante.


3) Taraj P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monáe arrivano sul palco per presentare il premio al Miglior Documentario, ma prima, nello spirito del loro film "Hidden Figures (Il diritto di contare)", chiamano a raggiungerle la vera scienziata 98enne Katherine Johnson, personaggio della Henson nel film, alla quale si deve la riuscita dei programmi spaziali Nasa negli anni '60. Altra standing ovation e occhi lucidi.


4) Viola Davis che al terzo tentativo finalmente riesce ad agguantare la statuetta per la Migliore Attrice Non Protagonista (ma era tanto protagonista quanto Denzel Washington a parer mio) e, in un vestito rosso fuoco, regala il migliore Acceptance Speech della serata, sincero e commovente, come solo lei riesce a fare.


5) Le facce di Taraj P. Henson quando vengono lanciate le caramelle sulla platea affamata.


6) Il discorso di ringraziamento di Benj Pasek, vincitore delle liriche per la Miglior Canzone Originale "City Of Stars" tratta da "La La Land", che esclama emozionato: "Dedicato a tutti i ragazzi che cantano sotto la pioggia, e alle madri che permettono loro di farlo". Il senso di una vocazione artistica tutto racchiuso in una frase.


7) Avendo ricevuto 14 nomination, ci saremmo aspettati esibizioni e numeri musicali molto più d'impatto per celebrare le canzoni di "La La Land", ma la performance al piano di John Legend è stata comunque molto ben riuscita.


8) Jimmy Kimmel che solleva il piccolo attore di "Lion" in puro stile "Re Leone" è stato uno dei momenti clou della cerimonia, e uno dei più teneri.

9) Emma Stone elegantissima vince sull'eccellente concorrenza (vedi Huppert e Portman su tutte), con grande classe e semplicità, il suo primo Oscar che, presumo, non sarà l'ultimo per la giovane attrice.



10) Il caos generato dall'errore della busta come Miglior Film ha fatto sì che il produttore di "La La Land" Jordan Horowitz, che nel frattempo aveva già ringraziato per aver vinto, sarà ricordato negli annali per l'assoluta franchezza e signorilità con le quali ha accolto la sconfitta e, in pieno spirito di fair play, ha esclamato: "Sarei contento di consegnare l'Oscar ai miei amici di 'Moonlight'". Chiunque, al suo posto, avrebbe compiuto una strage.


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