domenica 29 ottobre 2017

50 Anni per Julia Roberts: i 5 Ruoli che Ho Amato

Nasceva il 28 Ottobre del 1967 Julia Fiona Roberts, colei che più di ogni altra ha incarnato il ruolo della "fidanzata d'America" nei gloriosi anni '90, divenendo l'attrice più pagata di Hollywood grazie alle sue commedie romantiche record di incassi.
Di contro, la sua fama è stata sempre, o quasi, accostata ad un certo tipo di pellicole "leggere", che più di una volta l'hanno ingabbiata nello stereotipo dell'interprete bidimensionale, adatta apparentemente solo al genere cosiddetto brillante.
Riesce a svincolarsi definitivamente da questa fastidiosa etichetta nel 2000, con il ruolo puramente drammatico di Erin Brockovich nell'omonimo film di Steven Soderbergh, che convince anche i critici più snob. E l'Academy.
Sicuramente una delle mie interpreti preferite, di seguito ho stilato una lista dei suoi ruoli che più ho amato e che l'hanno contraddistinta sul grande schermo grazie al loro mix di humour, eleganza, semplicità e freschezza.



5) "Fiori d'Acciaio" ("Steel Magnolias" - 1989) di Herbert Ross.
Uno dei primissimi ruoli per la poco più che ventenne Julia, e già prima nomination all'Oscar.
Evento non di poco conto, se consideriamo il cast di questo film cult del filone "fazzoletti alla mano": Sally Field, Shirley MacLaine, Olympia Dukakis, Dolly Parton e Daryl Hannah. 
Nel ruolo di Shelby, affetta da una grave forma di diabete, la Roberts ottiene anche un Golden Globe ed entra di diritto nello star system hollywoodiano che, di lì a poco, le spalancherà definitivamente le porte grazie ad una certa "Pretty Woman".

4) "Il Matrimonio del Mio Migliore Amico" ("My Best Friend's Wedding" - 1997) di P.J. Hogan.
Se la Roberts divenne la "Regina delle Rom-Com", il merito va soprattutto a questa pellicola, quintessenza del genere, che diede nuova linfa a quella che negli anni '30 fu definita come "sophisticated comedy": ambientazioni eleganti, dialoghi brillanti e irresistibili intrecci amorosi. Sebbene super inflazionato, rimane uno dei ruoli più riusciti di Julia in questo campo, grazie anche alla chimica vincente con uno strepitoso Rupert Everett e alla rivalità con l'allora semi esordiente Cameron Diaz.

3) "Notting Hill" (1999) di Roger Michell.
Se "Il matrimonio del mio migliore amico" è il perfetto esempio di commedia all'americana, "Notting Hill" ne è l'indiscutibile contraltare british
L'incursione di Julia nell'universo inglese fu un successo planetario, tanto che quell'anno fu trionfatrice incontrastata del box office grazie anche ad un'altra commedia campione di incassi, "Se Scappi ti Sposo". 
Inutile ricordare i dialoghi memorabili ("Ma sono anche una ragazza, che sta di fronte ad un ragazzo, ecc. ecc."), la deliziosa intesa con Hugh Grant e i vari rimandi quasi autobiografici alla vita di una grande star di Hollywood che, quasi per caso, si innamora di un semplice libraio del quartiere Notting Hill di Londra. Irresistibile.

2) "Erin Brokovich" (2000) di Steven Soderbergh.
Come già detto, l'interpretazione che rappresenta lo spartiacque nella carriera di Julia: sicuramente non il primo, ma senza dubbio il più incisivo ruolo in veste drammatica, che le fece guadagnare un Oscar come migliore attrice nel 2001
Ispirandosi a fatti realmente accaduti, la Roberts fece furore con il personaggio larger than life della Brockovich, madre single di tre figli che si oppone ad una multinazionale che avvelena le acque di una cittadina, regalandoci una delle interpretazioni più memorabili e sfaccettate della sua carriera.

1) "Closer" (2004) di Mike Nichols.
Uno dei ruoli che preferisco della Roberts, nonostante non sia tra i più famosi, è quello della fotografa Anna nella pellicola che Mike Nichols trasse dall'omonima piéce teatrale di Patrick Marber.
Personalmente trovai magnifico il quartetto di attori in stato di grazia (con lei, Jude Law, Natalie Portman e Clive Owen), destreggiarsi tra i dialoghi sferzanti di una storia che parla di relazioni, ossessioni e tradimenti. 
Qui Julia mostra quel raro lato di sé più scabroso, scevro da qualsiasi nota rassicurante presente nelle sue interpretazioni precedenti, e ci consegna un personaggio complesso, pieno di difetti e, in fin dei conti, onestamente autentico

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