venerdì 8 settembre 2017

Emmy Awards 2017: Pronostici

Domenica 17 Settembre verranno svelati i vincitori della 69esima edizione degli Emmy Awards, che sarà ricordata probabilmente più per il grande assente "Game of Thrones" (ineleggibile quest'anno in quanto la settima stagione è andata in onda a luglio a votazioni ormai concluse) che per gli eccellenti candidati.
Mai come quest'anno infatti la schiera di serie e miniserie è stata tanto nutrita, varia e di grande qualità, alla quale è corrisposta un'altrettanto entusiastica reazione da parte del pubblico.
"Stranger Things", "This is Us" e "Big Little Lies" in particolar modo hanno polarizzato una grande fetta di telespettatori e creato veri e propri aficionados. Sarà interessante vedere come si comporteranno i membri dell'Academy: seguiranno i gusti della massa oppure cercheranno di concentrare i loro voti su scelte più drastiche e autoriali? 


Sulla carta la risposta sembra già vertere per la seconda ipotesi: l'opera visionaria e fantascientifica "Westworld" (non esattamente un prodotto adatto a una fruizione su larga scala) parte in netto vantaggio con ben 22 nominations. Ma non sempre un cavallo vincente si misura dal peso delle sue candidature ("La La Land" agli Oscar, avete presente?!), quindi di seguito vediamo nel dettaglio quali sono gli show e gli attori che hanno più chance di vittoria, tra gusti personali e pronostici degli esperti.


CATEGORIA DRAMA. Questo è sicuramente il campo più affollato e incerto: fino a pochi mesi fa sarebbe stato certo il testa a testa tra "The Crown" (serie Netflix sui primi anni di regno della Regina Elisabetta II), raro esempio di contenuto che eguaglia la forma, e "This is Us", neofita drama della NBC campione di audience (e sterminatore di cleanex) caratterizzato da un cast perfetto e da storie famigliari di grande empatia.
Tuttavia a fine aprile il canale Hulu ha sfoderato la sua arma vincente: "The Handmaid's Tale", tratta dal romanzo distopico "Il Racconto dell'Ancella" di Margaret Atwood, che ha subito fatto breccia nel cuore dei critici (98% di recensioni positive su Rotten Tomatoes), ponendosi come il candidato da battere, capolavoro di regia, scrittura e performance, grazie al suo mix di fantapolitica (oggi più verosimile che mai con l'attuale clima politico statunitense), thriller psicologico e riflessione sul ruolo della donna nella società. 
Avrà quindi la meglio lo "studio sociologico" o il sentimento più nazionalpopolare
Per toglierci dall'impaccio, personalmente la mia scelta favorirebbe quel gioiellino di fantascienza, avventura e dramedy che è "Stranger Things" (già premiato dalle associazioni di settore con i SAG e PGA Awards), un voto che, dopo il fantasy del Trono di Spade, premierebbe un genere solitamente snobbato dagli Emmy. Rimangono aperti i giochi ovviamente per il superfavorito "Westworld", che ha tuttavia più chance nelle categorie tecniche a mio parere, mentre "House of Cards" (difficile che ottenga il premio alla quinta stagione quando gli è stato negato nei primi anni di vita) e "Better Call Saul" si accontentano della nomination.
Tra gli interpreti: Kevin Spacey è alla sua quinta nomination consecutiva per "House of Cards" e, incredibile ma vero, il suo Presidente Underwood non ha mai portato a casa la statuetta (l'anno scorso fu battuto da Rami Malek di "Mr. Robot"). Dispiace dirlo, ma credo che nemmeno quest'anno riuscirà a vincere (forse perché c'è un Presidente di gran lunga peggiore in carne e ossa alla Casa Bianca in questo momento), data la concorrenza agguerrita di nientepopodimeno che Sir Anthony Hopkins (l'inquietante mente dietro al mondo da incubo di "Westworld") e, soprattutto, degli uomini di Casa Pearson in "This is Us", Sterling K. Brown e Milo Ventimiglia, quest'ultimo alla sua prima nomination.
Brown vinse lo scorso anno nella categoria Attore Non Protagonista in una Miniserie per "The People vs O.J. Simpson" e ha ottime chance di replicare quest'anno per il bellissimo ruolo di Randall, il figlio adottivo dei Pearsons, uno dei grandi punti di forza della serie (che prevedo farà incetta di premi nelle categorie attoriali, vedi anche i formidabili "supporting" Chrissy Metz e Ron Cephas Jones).
Tra le donne, stesso discorso per Robin Wright: la prima Presidente donna degli Stati Uniti Claire Underwood, come il suo partner Spacey, non ha mai agguantato la statuetta nei quattro anni precedenti e, anche se sarebbe l'ora, temo che nemmeno la quinta sarà la volta buona. Elisabeth Moss ha la vittoria in tasca, vuoi per il ruolo assolutamente esplosivo di Offred in "The Handmaid's Tale" (d'altra parte come premiare la serie e non la protagonista assoluta, voce narrante e cuore dell'opera?) che per le sette nominations a vuoto degli anni precedenti (per "Mad Men" e "Top of the Lake"). L'unica vera contendente è Claire Foy alias Elisabetta II in "The Crown", amata dai critici e perfetta nel ruolo impegnativo di un personaggio simbolo del XX secolo, alla quale tuttavia preferirei la grande prova di Evan Rachel Wood nei panni dell'androide Dolores in "Westworld".



CATEGORIA COMEDY. Qui la faccenda è più ardua in quanto nessuna delle serie candidate fa parte della mia collezione privata (e la terza stagione di "Transparent" è stata misteriosamente snobbata). 
Appare scontata la vittoria di "Veep" per il terzo anno consecutivo, ma attenzione alla new entry "Atlanta", vincitrice del Golden Globe lo scorso gennaio, così come al premio per migliore attore al suo protagonista Donald Glover che potrebbe spodestare il regnante Jeffrey Tambor di "Transparent" dopo due anni di dominio.
Mentre non sembra voler abbandonare il suo scettro di Attrice Comedy più premiata di sempre (visto che se dovesse vincere sarebbe record assoluto di ben sei vittorie consecutive per lo stesso ruolo, impresa mai riuscita a nessun attore finora) un'altra Presidentessa degli Stati Uniti, Julia Louis-Dreyfus alias Selina Meyer in "Veep". Sarà l'occasione per cambiare rotta e dare spazio ad altre attrici?



CATEGORIA MINISERIE. Saranno due le Limited Series che si contenderanno il premio più ambito della serata: "Big Little Lies" di David E. Kelley e "Feud: Bette and Joan" del prezzemolino Ryan Murphy, che la scorsa edizione fece il botto con "The People vs O.J. Simpson" nella stessa categoria e quest'anno ci riprova con la storia della celebre rivalità tra le dive Bette Davis e Joan Crawford, uno dei migliori prodotti televisivi visti nel 2017. Difficile dire quale tra i due la spunterà: i giurati daranno più valore alla ricostruzione di un periodo cruciale del divismo hollywoodiano e la sua parabola discendente (ancora una volta, la condizione sociale della donna è un elemento imprescindibile del racconto) oppure premieranno una storia di segreti, soprusi e riscatto della provincia americana, venata da sfumature thriller? 
La vera sfida, in realtà, sarà nella categoria delle Migliori Attrici: Reese Witherspoon, Nicole Kidman, Jessica Lange, Susan Sarandon (tra l'altro tutte vincitrici di un Premio Oscar) e Carrie Coon (per la terza stagione di "Fargo", ma l'avrebbe meritata per l'ultima di "The Leftovers"). Non vorrei essere nei panni di chi voterà: la Lange con la sua sofferta Crawford e la Sarandon con la sfacciata Davis fanno a gara di bravura, come le loro corrispettive "colleghe aminemiche" dentro e fuori dal set di "Che fine ha fatto Baby Jane?". Va detto che le tre precedenti vittorie della Lange (l'ultima nel 2014) la rendono paradossalmente meno appetibile per il premio, che potrebbe finire tra le mani della Kidman (che non ha mai vinto un Emmy) piuttosto che in quelle della Witherspoon (sorprendente casalinga al limite dell'isterismo), solamente per la difficoltà nell'affrontare il ruolo di una donna vittima di abusi. 
Per i Migliori Attori invece pare che sarà Robert De Niro a uscire vincitore, in quanto una star che proviene dal grande schermo è sempre un grande punto a favore: il suo Bernie Madoff dovrebbe avere la meglio sul doppio ruolo di Ewan McGregor in "Fargo" (non abbastanza per ravvivare una stagione piuttosto deludente) e sul già vincitore Benedict Cumberbatch di "Sherlock". Occhio però a Riz Ahmed in "The Night Of".

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