lunedì 11 dicembre 2017

Golden Globe Awards: Le Nominations

Stamattina a Los Angeles sono state svelate le nominations per la 75esima edizione dei premi della stampa estera ossia i Golden Globe Awards che si terranno il 7 gennaio prossimo al Beverly Hilton Hotel.
A guidare la giostra dei candidati è ancora una volta "The Shape of Water" di Guillermo Del Toro, che a mano a mano sta diventando il cavallo da battere di questa stagione di premi. 
Sono ben 7 le nominations ricevute dal film del regista messicano, già Leone d'Oro a Venezia e in pole position per le categorie principali: Film Drammatico, Regia, Sceneggiatura, Attrice, Attore non protagonista, Attrice non protagonista e Colonna Sonora.

Seguono a distanza ravvicinata con 6 candidature ciascuno "The Post" di Steven Spielberg con la coppia Hanks-Streep e "Three Billboards Outside Ebbing, Missouri" di Martin McDonagh, mentre "Dunkirk" e "Chiamami col tuo nome" raggiungono quota 3 nominations (per il film di Guadagnino era lecito attendersi qualcosa di più).
Nella categoria Comedy-Musical salta all'occhio l'inclusione di "Get Out", non esattamente una commedia brillante, bensì una satira sociale mascherata da horror, mentre "Lady Bird" di Greta Gerwig, che quest'anno rappresenta l'opera indipendente con le migliori recensioni - attualmente al 99% di gradimento su Rotten Tomatoes - conquista 4 candidature forti (Film Commedia, Sceneggiatura, Attrice e Attrice Non Protagonista) ma non quella per la sua regista. Chiudono la cinquina "I,Tonya" e "The Greatest Showman" con 3 nominations e il film diretto e interpretato da James Franco "The Distaster Artist" con due candidature.


Per quanto riguarda le serie televisive, "Big Little Lies" della HBO domina con ben 6 nominations (Miglior Miniserie e praticamente tutti gli attori: Kidman, Witherspoon, Dern, Woodley e Skarsgard), segue "Feud: Bette and Joan" di Ryan Murphy a quota 4, mentre e sia la serie trionfatrice agli Emmy "The Handmaid's Tale" che "This is Us" vengono candidate in 3 categorie. Una sola nomination, infine, per "Game of Thrones" come Miglior Serie Drammatica, mentre sorprendentemente nessun membro del cast è stato selezionato.

domenica 29 ottobre 2017

50 Anni per Julia Roberts: i 5 Ruoli che Ho Amato

Nasceva il 28 Ottobre del 1967 Julia Fiona Roberts, colei che più di ogni altra ha incarnato il ruolo della "fidanzata d'America" nei gloriosi anni '90, divenendo l'attrice più pagata di Hollywood grazie alle sue commedie romantiche record di incassi.
Di contro, la sua fama è stata sempre, o quasi, accostata ad un certo tipo di pellicole "leggere", che più di una volta l'hanno ingabbiata nello stereotipo dell'interprete bidimensionale, adatta apparentemente solo al genere cosiddetto brillante.
Riesce a svincolarsi definitivamente da questa fastidiosa etichetta nel 2000, con il ruolo puramente drammatico di Erin Brockovich nell'omonimo film di Steven Soderbergh, che convince anche i critici più snob. E l'Academy.
Sicuramente una delle mie interpreti preferite, di seguito ho stilato una lista dei suoi ruoli che più ho amato e che l'hanno contraddistinta sul grande schermo grazie al loro mix di humour, eleganza, semplicità e freschezza.


venerdì 13 ottobre 2017

Blade Runner 2049


Usciti dall'intensa visione di "Blade Runner 2049" (140 minuti forse non tutti necessari), la prima cosa che ci sovviene di questo sequel del cult di Ridley Scott è anche il suo punto di forza principale, vale a dire l'abilità di Denis Villeneuve nel realizzare un nuovo capitolo in grado di reggersi sulle proprie gambe senza troppi paragoni inutili con l'originale del 1982.
Ovviamente questa è un'arma a doppio taglio, in quanto gli irriducibili fan della prima ora potranno muovere critiche di ogni sorta al riuscito film del regista canadese (che da 4 anni a questa parte non sembra sbagliare un colpo), ma non è questa la sede per mettere a confronto le due opere. 


Perché oltre a mantenere l'atmosfera del primo "Blade Runner", doverosa ma senza il melenso effetto nostalgia, Villeneuve espande la filosofia dei replicanti ben oltre ciò che potessimo aspettarci (anche se i dubbi erano pochi soprattutto dopo la fantascienza con cervello di "Arrival"), evitando di stravolgerne il senso e creando anzi le basi per un ulteriore racconto che verosimilmente potrebbe essere esplorato senza troppe indignazioni.

mercoledì 4 ottobre 2017

"madre!" e "L'inganno": post femminismo mancato?

Entrambi attualmente nelle sale italiane, "madre!" di Darren Aronofsky e "L'Inganno" di Sofia Coppola potrebbero essere definiti come due film post femministi a tinte horror: sia l'uno che l'altro mettono al centro della scena figure femminili emblematiche che cercano, a fronte dell'invasione del loro spazio sacro, con le dovute differenze di epoca ed età anagrafica, di (ri)affermare la propria posizione svincolandosi dall'egemonia dominante maschile.



Fin qui niente di strano, considerato anche il fatto che uno dei due registi è di sesso femminile, ma ciò che disorienta e per certi versi delude di queste pellicole è il modo in cui viene affrontato il dualismo tra ciò che la donna rappresenta per la società, fondamentalmente una minaccia, e come ella reagisce a questa categorizzazione.
Esulando per un momento dal puro giudizio cinematografico, il vero problema di "madre!" è la totale inerzia, se non passività, della protagonista Jennifer Lawrence (nel ruolo probabilmente più difficile della sua carriera) nei confronti del marito/star Javier Bardem: il suo amore cieco e assoluto alla fine sarà la sua condanna a morte, il suo alienante desiderio di maternità la porterà sull'orlo della pazzia. 
Inutile dire quante e innumerevoli chiavi di lettura ci offra la discussa (a dir poco) opera di Aronofsky, fischiata a Venezia ma apprezzata in patria, che destabilizza e "intrattiene" in maniera sconvolgente il pubblico nella sua allegoria sfrenata, come raramente capita di vedere sul grande schermo. 

venerdì 8 settembre 2017

Emmy Awards 2017: Pronostici

Domenica 17 Settembre verranno svelati i vincitori della 69esima edizione degli Emmy Awards, che sarà ricordata probabilmente più per il grande assente "Game of Thrones" (ineleggibile quest'anno in quanto la settima stagione è andata in onda a luglio a votazioni ormai concluse) che per gli eccellenti candidati.
Mai come quest'anno infatti la schiera di serie e miniserie è stata tanto nutrita, varia e di grande qualità, alla quale è corrisposta un'altrettanto entusiastica reazione da parte del pubblico.
"Stranger Things", "This is Us" e "Big Little Lies" in particolar modo hanno polarizzato una grande fetta di telespettatori e creato veri e propri aficionados. Sarà interessante vedere come si comporteranno i membri dell'Academy: seguiranno i gusti della massa oppure cercheranno di concentrare i loro voti su scelte più drastiche e autoriali? 


Sulla carta la risposta sembra già vertere per la seconda ipotesi: l'opera visionaria e fantascientifica "Westworld" (non esattamente un prodotto adatto a una fruizione su larga scala) parte in netto vantaggio con ben 22 nominations. Ma non sempre un cavallo vincente si misura dal peso delle sue candidature ("La La Land" agli Oscar, avete presente?!), quindi di seguito vediamo nel dettaglio quali sono gli show e gli attori che hanno più chance di vittoria, tra gusti personali e pronostici degli esperti.

giovedì 7 settembre 2017

Dunkirk

Partiamo da un assioma: Christopher Nolan è una garanzia.
Affermazione che farà storcere il naso a tanti, forse, ma sfido a trovare attualmente in circolazione un regista capace di catalizzare l'attenzione di pubblico e critica e, al contempo, di coniugare tecnica registica, intrattenimento e riflessione in ogni sua opera a livelli altrettanto eccellenti.


Perché "Dunkirk", sua ultima fatica a 3 anni di distanza dall'incompreso (e troppo ambizioso?) "Interstellar", è la summa perfetta del suo talento visionario, nonostante la narrazione si discosti palesemente dalle sue opere precedenti. Cimentandosi per la prima volta con un evento storico avvenuto per di più durante la II Guerra Mondiale, Nolan non si adagia "sugli allori" di un genere apparentemente comodo e abusato, ma riesce a reinventarlo e a renderlo affine alla sua cifra stilistica più riconoscibile: la distorsione del tempo.
Fin da "Memento" il regista britannico ci ha abituati alla non linearità delle sue storie a scatole cinesi, nelle quali il tempo è un elemento mai statico che egli riesce a plasmare sapientemente sorprendendo continuamente lo spettatore. 

mercoledì 21 giugno 2017

50 Anni per Nicole Kidman: Le 5 Migliori Interpretazioni

Il 20 Giugno 1967 nasce ad Honolulu Nicole Mary Kidman, attrice australiana tra le più talentuose e versatili della sua generazione.


Liberatasi dall'ombra dello "scomodo" marito Tom Cruise, alla fine degli anni '90 si impone come interprete poliedrica spaziando tra ruoli commerciali e film d'autore con una semplicità disarmante.
Dopo aver vinto numerosi premi tra cui l'ambito Premio Oscar, la sua carriera subisce una battuta d'arresto, abusa della chirurgia plastica e nel decennio 2005-2015 (tranne l'eccezione "Rabbit Hole") sceglie una sequela di film tutt'altro che memorabili e con un imbarazzante riscontro al botteghino. 
La rinascita professionale si compie proprio quest'anno, che l'ha vista tornare alla ribalta agli occhi dei critici e del pubblico prima con l'interpretazione in "Lion" (nomination agli Oscar 2017) e successivamente con un tris di film ben accolti il mese scorso al Festival di Cannes, tra cui il nuovo lavoro di Sofia Coppola "The Beguiled", senza dimenticare la fortunatissima incursione sul piccolo schermo con la miniserie gioiello "Big Little Lies".
Se la vita inizia a 50 anni, Nicole ne è la prova vivente, con la speranza che possa aggiungere altri ruoli memorabili ai cinque elencati di seguito, senza dubbio tra i miei preferiti.